“L’attuale sistema di etichettatura dell’olio d’oliva da un lato e la crescente percentuale di importazione di olio straniero dall’altro obbligano la Regione ad alzare il livello di guardia

, con l’obiettivo di difendere il prodotto ligure e il marchio DOP Riviera Ligure. Per questo, anche in esito all’allarme lanciato da Coldiretti, ho presentato un’Interrogazione che è stata discussa nell’ultima seduta di Consiglio Regionale, da cui è emerso che l’assessorato all’Agricoltura ha iniziato un percorso importante in questa direzione. Tale percorso va portato avanti in primo luogo nei tavoli nazionali ed europei che possono assumere decisioni di rilievo in materia, in secondo luogo utilizzando al massimo grado i margini di autonomia assegnati alla Regione, soprattutto per ciò che concerne la promozione e la valorizzazione del nostro olio DOP. Poi, naturalmente, il consumatore sceglie come meglio ritiene, anche il base al prezzo e ad altri fattori, ma la qualità del prodotto e la sua chiara riconoscibilità in etichetta devono essere assolutamente garantite. Per quanto di mia competenza, sarà mia premura assumere altre iniziative finalizzate a tutelare il nostro olio d’oliva”. E’ quanto dichiara Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale.

 

“L’olivicoltura rappresenta per la Liguria – prosegue Muzio – un fiore all’occhiello che porta con sé secoli di storia, di fatica, di tradizione agricola che va salvaguardata. La Regione si è impegnata in questa direzione, secondo le proprie competenze in materia, incentivando il recupero degli oliveti abbandonati, promuovendo interessanti percorsi di turismo esperienziale e sostenendo molte iniziative di marketing territoriale, volte a far meglio conoscere la qualità e le peculiarità del nostro olio. Su mia iniziativa, inoltre, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale un ordine del giorno sul tema del recupero e dell’utilizzo delle terre incolte, che auspico possa quanto prima trovare concreta attuazione in una legge regionale che contrasti incisivamente il fenomeno dell’abbandono dei terreni, venendo incontro a coloro che vogliono investire in olivicoltura e, più in generale, in agricoltura”.

 

“Per quanto riguarda infine il tema dell’etichettatura, su cui non vi sono poteri diretti della Regione – conclude il capogruppo di Forza Italia – è necessario portare avanti una battaglia di sistema assieme alle altre Regioni, finalizzata a rendere facilmente individuabile l’olio d’oliva italiano. Attualmente, infatti, sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte ‘miscele di oli di oliva comunitari’, ‘miscele di oli di oliva non comunitari’ o ‘miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’ riportate in caratteri molto piccoli, poste dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che le rende difficilmente visibili. Vi è dunque il rischio concreto, come ha rilevato Coldiretti Liguria, che l’olio straniero venga confuso con quello italiano. A farne le spese sono soprattutto i prodotti d’eccellenza, qual è l’olio DOP Riviera Ligure, che vanta una tradizione antichissima ed ha grandi potenzialità sul mercato”.