Il vecchio meccanico va in pensione, arriva il “meccatronico”. O meglio vorrebbe. Perché per ora aprire un’officina di meccanico-elettrauto insieme, come previsto dalla nuova legge (la 224-2012)

che dal 5 gennaio scorso ha istituito l’inedita professione del “meccatronico” non si può. Un vulnus nella nuova normativa ha creato un vuoto di competenze.

“Dopo una settimana dall’entrata in vigore siamo stati sommersi dalle proteste –  racconta  Angelo Lattanzi, responsabile regionale ligure Cna Autoriparazione – Ad oggi decine di imprenditori si sono visti respingere le domande di iscrizione alle Camere di commercio”.

Davvero strano, considerando che si tratta dell’avvio di nuove imprese, in gran parte di giovani under 30, in un Paese dove chiudono 600 aziende al giorno e la disoccupazione giovanile è alle stelle.

Ma il meccatronico per ora esiste solo sulla carta. La norma transitoria c’é per chi opera già, e prevede cinque anni di tempo per frequentare un corso e acquisire le nuove competenze. Però se un giovane, operaio specializzato dopo almeno cinque anni di lavoro in officina, si presenta alla Camera di commercio per l’iscrizione e avviare l’attività in proprio si vede chiudere la porta.

Scomparsi quindi sia meccanico ed elettrauto, non c’é ancora il meccatronico, i primi arriveranno infatti non prima di un paio d’anni. E nel frattempo?

“E’ una storia che lascia sbalorditi. Mentre le imprese e le famiglie combattono ogni giorno per andare avanti nonostante i colpi della crisi, la nostra burocrazia sembra vivere su un altro pianeta – dice Marco Merli (foto), Presidente Regionale di CNA Liguria – Così si impedisce ai giovani che vogliono aprire una nuova impresa di dare vita ai loro progetti. Davvero non possiamo consentirlo”.

“La legge prevede che entro sei mesi – spiega ancora Lattanzi – la conferenza Stato Regioni con le associazione di categoria individuino un programma teorico-pratico per la nuova figura, una volta consegnato il documento alle regioni, queste devono programmare l’attività formativa. Solo dopo la frequentazione dei corsi nasceranno i primi meccatronici, realisticamente tra un paio d’anni. Intanto, per un cavillo sono centinaia i neoimprenditori che non possono avviare l’attività, anche la trasmissione di attività da padre a figlio.”.

“Ben venga il meccatronico, evoluzione naturale del mestiere di autoriparatore, oggi le automobili sono computer e non ha senso separare le competenze, in pratica i meccatronici operano già”, spiegano gli autoriparatori che hanno già proposto la loro soluzione al ministero dello Sviluppo economico. “Servirebbe un dispositivo tecnico, ad esempio un parere competente rilasciato dal Mise, per permettere l’iscrizione in una sezione provvisoria dei neoimprenditori, per il tempo necessario per fare in corso. Semplicissimo, ma il ministero – dice Lattanzi – fa orecchie da mercante, non si riesce a ottenere un incontro né a ottenere una risposta che chiediamo ormai da settimane. E’ paradossale, ma così si impedisce di creare nuova occupazione”.

“Come CNA chiediamo ai decisori – conclude Marco Merli – di fare ogni sforzo possibile per chiudere al più presto questa ulteriore, brutta pagina di storia italiana”.