Si è svolto oggi nella sede della Regione Liguria a Genova l’Equal pay day, la giornata dell’eguaglianza salariale e retributiva fra donne e uomini. Durante la giornata si sono confrontate le esperienze

di donne impegnate in diversi campi per mettere in evidenza come la disparità di trattamento sia all’ordine del giorno. Sarah Pissarello – presidente di CNA Liguria Impresa Donna – dichiara che “Questo genere di studi è importante, di rilevanza fondamentale per un osservatorio di genere. Ma la questione, come è stato osservato durante la giornata, non si ferma ai salari: un altro tema scottante è il tempo dedicato al lavoro domestico, che comporta spesso meno formazione, meno pianificazione marketing e meno affidabilità per le imprenditrici rispetto all’accesso al credito. Domani verrà presentata in Consiglio regionale una mozione dell’IDV affinché la Regione adotti iniziative per eliminare le disparità di accesso al credito delle imprese femminili, anche predisponendo forme di controllo volte, in particolare, ad assicurare i medesimi tassi di interesse sia per le imprese femminili sia per quelle maschili. Siamo certi che tutti i partiti si impegneranno per sviluppare queste forme di controllo con azioni volte a monitorare le disparità di genere”.

Proprio sul tema del credito, CNA Impresa Donna ha presentato fin dall’anno scorso la ricerca “Banche amiche delle donne?”, nella quale emergeva l’esistenza di una rilevante discriminazione di genere nell’accesso al credito, confermato dalle interviste effettuate ad un vasto campione di donne imprenditrici. Negli studi effettuati dalla Banca d’Italia e presentati il 15 marzo nell’ampia ricerca “Le donne e l’economia italiana” è stato poi ribadito che alle microimprese gestite da donne le banche chiedono tassi di interesse maggiori anche del 30% rispetto ad imprese maschili; inoltre, in caso di avvallo prestato da una donna, anziché da un uomo (abitualmente le banche richiedono la garanzia da parte del coniuge o del genitore), alle imprese femminili viene richiesto un tasso maggiorato del 60%. Gli stessi Istituti di credito presenti al Convegno CNA nel giugno 2012 (Carige, Unipol, San Paolo, Unicredit, Banca d’Italia fra gli altri) avevano ammesso che la situazione presentata era realistica e si erano impegnati a motivare maggiormente i loro funzionari. È giunto il momento di mettere in pratica queste buone intenzioni.

“CNA Impresa Donna – prosegue Sarah Pissarello – nel corso del prossimo anno vuole affiancare le imprenditrici in un percorso di formazione bancaria per insegnare loro a migliorare il rapporto con gli Istituti di Credito. Ci siamo rese conto che spesso le donne non sono preparate ad affrontare questo settore. Contemporaneamente però invitiamo le banche a fare la loro parte: i dati oggettivi dimostrano che le aziende al femminile sono le più sane, le donne sono meno propense al rischio e più prudenti. Le donne sono migliori debitrici, sollecite e attente al rispetto delle regole e, soprattutto, alla restituzione del dovuto: quindi invece che ostacolare perché non rafforzare una situazione che alle banche può solo creare meno problemi in questo momento così critico? Gli Istituti di credito dimostrino la loro buona volontà formando il personale per una maggiore disponibilità al credito verso le imprese femminili. Ad oggi 40% di queste microimprese ha avuto difficoltà con le banche e più del 30% ritiene di aver ricevuto un trattamento discriminatorio. Quello che si chiede agli istituti bancari è cambiare atteggiamento. Riformuliamo loro l’invito a prendersi l’impegno di stilare un documento chiaro di superamento di queste discriminazioni ”.