Non le manda a dire l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono. Per il numero uno di Fincantieri bisogna invertire la mentalità di questo paese e attacca a spada tratta

i sindacati, rei di aver impantanato il sistema Italia. ”il nostro è un paese seduto, ha sbagliato tutte le strategie, e non sono il solo a dirlo da alcuni anni a questa parte”. Bono ha lanciato il sasso a margine del convegno del Cnel, promosso da Fim Cisl dal titolo ‘Democrazia industriale e partecipazione, contro la crisi per lo sviluppo sostenibile del Paese’. Per Bono va detto basta ”ai dibattiti dei saggi di Bisanzio, non c’e’ tempo, vanno identificate due o tre cose da fare per spezzare questa catena di conservatorismo e consociativismo”, in un sistema in cui ”i cittadini non hanno fiducia nei rappresentanti ed i rappresentanti non hanno fiducia nei cittadini” ed ”uscendo dalla dicotomia manager-lavoratori perchè  impresa è tutt’uno, e l’azienda e’ di chi ci lavora”. ”Parliamo di abolire le province – ha continuato Bono – quando abbiamo 119 sedi di Confindustria e altrettante del sindacato. Non ce lo possiamo permettere. Ci siamo uniformati all’organizzazione dello Stato realizzata pero’ non per motivi connessi all’efficienza”. Secondo l’ad di Fincantieri bisogna ”creare le condizioni per fare impresa, cosa che in questa nazione è da eroi, in un paese in cui, per l’appiattimento” legato all’egualitarismo non c’e’ dinamismo sociale, occorre più attenzione ai mestieri”.