La pentola rischia di esplodere, mai come ora. Perchè in ballo ci sono davvero tante centinaia di posti di lavoro nella sola Liguria, all’interno degli stabilimenti

che fanno capo all’Ilva. Numeri non ne hanno fatti, almeno ufficialmente, ma i conti sono chiari alla Fiom Cgil: a rischiare il posto sono almeno 700-800 addetti. E i tempi sono stretti, perché , lo ribadisce la Fiom, “a settembre tutti devono rientrare altrimenti tutti sanno quello che accadrà a Genova”.
“Due mesi sono trascorsi invano, trattative che non hanno portato a nulla, allora era meglio scioperare in maniera decisa, bloccare la città. Se la situazione non cambia sarà battaglia” promette la Fiom,l’ala più dura della Cgil, in questi giorni in rotta con il resto del primo sindacato in Italia.
Le prospettive dello stabilimento siderurgico, che si appresta a concludere a settembre il quarto anno di contratti di solidarietà, restano assolutamente incerte. Su 1740 addetti la solidarietà coinvolge ormai più di 1600 persone e il responsabile delle relazioni del personale Enrico Martino ha confermato al tavolo della Prefettura che la situazione non è cambiata rispetto a qualche mese fa. I dati sulla produzione di banda stagnata mostrano qualche miglioramento, anche dal punto di vista della qualità, ma allo stato attuale lo stabilimento non è in grado di garantire la piena occupazione per i lavoratori.