Per salvare l’Ilva si cerca il tutto e per tutto. Lattine e automobili. Passa da questi due “prodotti finali” la salvezza della fabbrica di Cornigliano. Il commissario straordinario dell’Ilva

Enrico Bondi ha compiuto solo la prima parte del suo complesso lavoro, presentando le linee-guida del piano industriale. Il documento finale verrà consegnato probabilmente dopo l’estate, ma fin d’ora emerge per lo stabilimento genovese un doppio binario di rilancio, quanto mai opportuno in tempi di crisi. Se il primo risultato è infatti quello di “non perdere” altre quote di mercato, pregiudicando gli organici attuali e innescando una spirale negativa che riduce sempre più l’occupazione, allora converrà davvero scommettere con forza su quanto contenuto nelle linee-guida del piano illustrato ai rappresentanti dei lavoratori e che affida a Genova una doppia missione: il recupero di quote di banda stagnata e la certificazione Iso Ts che consente di rifornire di acciaio i clienti del settore “automotive”. Per Cornigliano sarebbe un investimento fondamentale, in grado di garantire un futuro produttivo alla fabbrica all’interno della “nuova Ilva”, quella che resterà almeno fino al 2016 sotto l’ala commissariale per poi proporsi con un nuovo assetto societario con l’obiettivo di tornare protagonist.