Il tema dell’Ilva (ora ArcelorMittal) e del mantenimento della filiera dell’acciaio con le evidenti ricadute economiche e occupazionali sull’intero paese e sulla Liguria

è di fondamentale importanza nell’agenda politica del governo nazionale e locale. Comprendiamo che in questi giorni la priorità sia ovviamente gestire l’emergenza sanitaria dettata dal contagio da Coronavirus. Siamo, inoltre, convinti dell’impegno del Governo che ha lavorato e sta lavorando per garantire il futuro della filiera dell’acciaio in Italia, in modo sostenibile e difendendo l’occupazione. Di questo sforzo vogliamo dare atto.

Tuttavia, pensiamo che sia stato un errore non coinvolgere fin da subito le organizzazioni sindacali nell’accordo fra Governo e Arcelor Mittal, per quanto si tratti prevalentemente di un accordo giudiziale, perché la delicatezza di un’operazione che coinvolge 15.000 lavoratori in Italia rendeva non solo opportuno ma necessario un dialogo con le parti sociali fin dal primo istante utile. Pensiamo sia inaccettabile che, in assenza di un coinvolgimento del sindacato, Arcelor Mittal abbia comunicato l’intenzione di mettere 130 lavoratori di Genova in cassa integrazione ordinaria. Questo atto peraltro non è giustificato dalla situazione congiunturale, a fronte di un numero di commesse sufficienti a garantire il lavoro.