Un imprenditore di successo come il torinese Massimo Perotti non poteva restare in silenzio a lungo dopo aver subito una simile batosta alla guida di Ucina. Il suo regno è

durato appena otto mesi, poi ecco il colpo di scena, le dimissioni a sorpresa dalla guida della Confindustria della Nautica. Lui, che ha in mano il secondo cantiere più importante al mondo a livello di yacht, il San Lorenzo, ora, alla “Stampa” di Torino, ha affermato:” Quando mi è stato proposto di fare il presidente di Ucina ho chiamato Giovanna Vitelli, alla quale ho chiesto se voleva farlo lei, suo padre o qualcun altro del loro gruppo: mi ha detto di no. Ho insistito: mi ha detto che per lei era ok che lo facessi io. Poi Lamberto Tacoli (ceo di Crn, galassia Ferretti, ndr.) ha chiamato Paolo Vitelli, facendogli la stessa domanda. Lui ha un po’ nicchiato, parlando dell’accordo di partnership raggiunto da Sanlorenzo con una realtà cinese, ma poi ha detto sì. Così sono andato avanti, lavorando sul programma. Poi Giovanna sì è astenuta dal votarmi, unica tra tutti. Avrei dovuto capire e andarmene, invece ho proseguito, sbagliando. Il Consiglio direttivo si è compattato, è uscito il comunicato in cui si diceva dell’unanimità sul mio programma… Il giorno dopo Gavio ha annunciato che non sarebbe stato al Salone di Genova, quindi è stata la volta di Vitelli, al quale sono andati dietro altri marchi stranieri. Ho pensato: “Così mi uccideranno”. E così è stato. Non potevo alla fine che dimettermi”.