Dopo il crollo del ponte Morandi, la situazione sociale ed economia di Genova è nettamente peggiorata. Oltre al dramma delle 43 vittime, ecco 200 cassa integrati, un centinaio

di licenziati, circa 45 negozi che hanno abbassato la saracinesca, altri 20 che sono stati trasferiti da Tursi in altre zone del ponente, senza contare i circa 500 sfollati. Questi numeri, di per sè catacombali per una città di nemmeno 600 mila abitanti, si vanno ad aggiungere a quelli di un porto di Genova che è crollato a causa del Morandi. Ma prima “dell’11 settembre alla genovese”, a dire il vero la situazione economica cittadina non era rosea. Infatti, vi era già il tavolo dell’Ilva che piangeva, la situazione bollente alla Rinascente, la chiusura dei piccoli cinema (vedi il Ritz ad Albaro), gli scioperi al “The Space” del Porto Antico, la “Qui! Ticket Group” ed il suo debito milionario, gli stessi baristi e ristoratori della “Qui! Ticket” frodati. Il tutto senza contare il dramma dei 1100 lavoratori della Piaggio nel savonese.