Ad oggi, nel sistema dei porticcioli turistici italiani, i canoni di affitto e di locazione sono tanto alti da costringere alla chiusura diverse imprese balneari e ristoranti in tutta Italia

e che stanno spingendo al fallimento anche alcuni porticcioli turistici, da allora equiparati agli stabilimenti balneari con aumenti sui canoni fino a cinque volte.

Ora il decreto Milleproroghe tampona l’emergenza congelando fino al 30 giugno 2020 il pagamento dei maxi canoni. Che colpisce direttamente 300 aziende basate nelle Regioni i cui cittadini andranno al voto nei prossimi mesi: Emilia Romagna e Calabria, dove si vota in gennaio, ma anche Toscana e Campania, tra le sei regioni in cui le urne si apriranno tra maggio e giugno. L’articolo 37, dedicato a misure “a sostegno del settore turistico-balneare e della nautica da diporto”, sospende i pagamenti per “le concessioni relative a pertinenze demaniali marittime con finalità turistico-ricreative e alle concessioni demaniali marittime per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto”. Il problema però, fa notare il sindacato di categoria dei balneari, è solo rinviato.

Nei mesi scorsi, l’Agenzia delle Entrate ha avviato i prelievi forzosi nelle casse di 24 porti turistici italiani, per ottenere il pagamento dei maxi canoni demaniali non versati per diversi milioni di euro e facendo tremare anche le imprese balneari. La situazione ormai giunta al collasso ha portato anche alla manifestazione organizzata a dicembre 2019 dagli operatori della nautica sotto il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per protestare contro la mancata chiusura del contenzioso legale che oppone 24 marine turistiche allo Stato.