I numeri parlano chiaro: non solo negli ultimi dieci anni si è dimezzato il numero delle micro e piccole aziende agricole liguri, ma ci troviamo di fronte

all’ormai cronica mancanza di accesso ai fondi Psr 2014-2020. Fondi che ammonterebbero a un totale di 313 milioni di euro spalmati su sette anni e distribuiti col contagocce, anche a causa di una mostruosa burocrazia. Si tratta di fondi europei che, se non saranno utilizzati, dovranno essere restituiti all’Unione Europea. E la stessa Europa a breve, in base ai fondi realmente erogati e quelli restituiti, ricalibrerà il successivo finanziamento. Se non ci diamo una mossa, nei prossimi sette anni rischiamo di veder drasticamente ridotta la somma totale a disposizione per la nostra regione.

Per alcune forze politiche, vedi il Movimento 5 stelle, bisogna ripartire dal potenziamento dei finanziamenti nel settore agricolo, dal risarcimento danni certi e accertati, a favore di un’agricoltura sostenibile, innovativa e di qualità, in equilibrio con l’ambiente. L’agricoltura rappresenta l’unica possibilità di resilienza che ci rimane per contrastare efficacemente il dissesto diffuso e dilagante nella nostra regione.

Parallelamente servono interventi sui parchi, potenziandone i fondi e soprattutto il ruolo di conservazione della natura in linea a tutti gli obiettivi per cui sono nati. I parchi ormai rappresentano l’unico baluardo e collettore che ancora ha la possibilità concreta di veicolare i fondi comunitari di sviluppo rurale verso i comuni di competenza e quindi agli stessi agricoltori.