La loro storia della “favoletta” del crollo del Ponte Morandi ha fatto il giro del web e dello Stivale in questi giorni, fin dal 14 agosto, quando è subito stato rimosso

il post del Movimento 5 Stelle, da sempre fieramente “No Gronda”. Fin dagli albori. È in queste vallate, la Polcevera in primis, che i grillini genovesi hanno iniziato a crescere in termini di voti e di consenso (anche se dai primi di agosto, i primordiali “No Gronda” hanno preso le distanze dalla nuova versione moderata del Movimento 5 Stelle).
Si trattava di un percorso molto lungo, creato dalle giunte di centrosinistra dalla metà degli anni Ottanta, chiamato “Bretella”, di quasi 72 chiolometri, che sarebbe iniziato da Sampierdarena, per tirare fino a Bolzaneto, da qui la svolta attraverso il ponente genovese fino a Vesima, bucando le spalle di Genova, da Trasta fino a Voltri, ma in questo modo (se da un lato ci sarebbero stati un po’ di chilometri in più), dall’altro lato si sarebbe alleggerito il nodo genovese e si sarebbe tolto ponte Morandi, che in molti lo davano già a rischio. Con il passare degli anni, il progetto fu ammodernato e si apportarono alcune modifiche e si chiamò “Gronda”, suscitando lo sdegno della sinistra estrema e dei grillini, alleati per sbarrare la strada. Essi dicevano, spalleggiati dalla società Autostrada, che il ponte sarebbe durato un centinaio di anni…invece ecco purtroppo i 43 morti…