La floricoltura rappresenta il settore nettamente più importante dell’agricoltura della Regione Liguria ( 70 % del totale) e mantiene una posizione rilevante (circa 25%)

a livello nazionale nella produzione di fiori recisi, di fronde e piante ornamentali e assolutamente importante nell’export (oltre i ¾).
Da diversi anni il comparto sta attraversando una grave crisi, in particolare il comparto del fiore reciso in coltura protetta, dove operano peraltro le maggiori aziende liguri specializzate, che ancora investono sulle strutture produttive e sono attive sui mercati.
Le principali cause vanno ricercate nella forte concorrenza estera, particolarmente aggressiva sia in ambito europeo e internazionale, e nell’elevato livello interno dei costi di produzione, in particolare in termini di energia e costo del lavoro.
In particolare tra i fattori di crisi delle colture ortoflorovivaistiche a ciclo invernale in serra riveste un ruolo prioritario il continuo aumento dei costi energetici. Il gasolio da riscaldamento delle serre ha toccato quest’anno quotazioni altissime con punte di oltre 1,03 € al litro e una progressione impressionante negli ultimi anni 0.73 €/l nel marzo 2010, 0.905 €/l nel marzo nel 2011.
Oltre a promuovere l’ammodernamento delle aziende agricole, favorendo gli investimenti attraverso gli aiuti del Programma di sviluppo rurale PSR , per garantire e migliorare la redditività delle imprese ortofloricole diventa strategico per la Regione Liguria investire anche nella ricerca, nella sperimentazione e nella formazione.
A tal fine l’Assessorato regionale all’agricoltura ha attivato da anni una serie di collaborazioni con enti e strutture scientifiche, coinvolgendo l’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo, il Centro regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola di Albenga e il Dismet dell’Università di Genova, nell’attuazione di progetti di sperimentazione e di collaudo finalizzati a ridurre i consumi e i costi energetici.
L’introduzione e la diffusione di innovazioni tecnologiche, di prodotto e di processo nel settore orto florovivaistico ha riguardato in particolare l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e/o termica (es. energia solare, eolica, biomasse), alternative all’utilizzo del gasolio (combustibili fossili) e nuove impiantistiche per il risparmio energetico.
Alcuni progetti, promossi con fondi regionali e nazionali, hanno consentito di confrontare e valutare dal punto di vista tecnico e economico, diversi impianti di pannelli fotovoltaici innovativi per la produzione di energia elettrica da destinare al riscaldamento e al funzionamento delle serre, realizzati con materiali fotosensibili alternativi a quelli tradizionali a celle di silicio.
Un forte elemento di innovazione è stato anche l’integrazione e l’impatto (ombreggiamento) dei pannelli fotovoltaici con le strutture delle serre in sostituzione dei normali vetri di copertura (falde, laterali, aperture di ventilazione).
Oltre all’attività sperimentale sugli impianti fotovoltaici l’azione regionale si è anche rivolta alla produzione e all’utilizzo delle fonti energetiche alternative e rinnovabili, come le biomasse, da destinare a finalità energetiche per il settore floricolo.
Gli studi effettuati hanno permesso di sostenere come le biomasse (pellets, cippati, sanse, etc.) attraverso una gestione razionale e sostenibile del territorio e la promozione integrata della filiera, possano diventare per alcune realtà regionali una valida alternativa in  Liguria, al gasolio:
Attraverso un progetto pilota, realizzato dall’IRF in collaborazione con Università di Genova, la Regione Liguria ha inteso promuovere e incentivare la diffusione di piccoli impianti aziendali a biomassa.
Lo studio preliminare per verificare le tecnologie impiantistiche disponibili sul mercato e la biomassa reperibile a livello locale/territoriale, l’installazione e il monitoraggio di impianti pilota a biomassa presso aziende floricole hanno permesso di valutare l’impiantistica più adatta all’utilizzo, in termini di fattibilità tecnica e economica e per verificare la replicabilità e la sostenibilità degli investimenti da parte delle aziende locali.
Il progetto si è da poco concluso: diventa pertanto fondamentale realizzare attività dimostrative per divulgare i risultati. Ad oggi alcuni impianti sono stati installati e sono funzionanti.
Se le opportunità offerte dall’introduzione di fonti energetiche alternative rimane attualmente una tappa importante e obbligata per l’agricoltura ligure, parallelamente e senza perdere di vista l’obiettivo di ridurre i costi produttivi ed in particolare di limitare il riscaldamento ed il consumo di gasolio, la “ricerca” ligure sta percorrendo nuove alternative.
Al riguardo la Regione ha finanziato un progetto pilota (sperimentale) per la realizzazione di una serra fredda leggera nella quale adottare sistemi colturali di condizionamento climatico a basso impatto ambientale ed economico (coperture, ombreggiamento, sistemi di areazione, sistemi di umidificazione, irrigazione) che non contemplano l’uso del riscaldamento.
Il progetto si prefigge l’obiettivo di verificare le reali potenzialità di questo tipo di strutture e mettere a punto protocolli per sviluppare nuovi prodotti sul territorio. La struttura viene realizzata presso l’IRF e potrà costituire un prototipo, successivamente applicabile presso i coltivatori.
In conclusione diventa strategico per l’Assessorato regionale all’Agricoltura promuovere l’innovazione a sostegno del settore agricolo, così come è altrettanto importante individuare sempre più obiettivi e priorità, che rispondano alle reali esigenze e problematiche del mondo produttivo e su di esse indirizzare e finanziare attività e azioni specifiche della ricerca e sperimentazione.
Per questo motivo il Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013, che prevede tra gli obiettivi prioritari il risparmio energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili, riserva consistenti risorse per le misure legate alla formazione, alla sperimentazione e al trasferimento dell’innovazione.
In particolare sono in arrivo i nuovi Bandi per finanziare i progetti dimostrativi, che, proprio per la loro “praticità” e “immediatezza”, permettono la verifica, direttamente in campo (attraverso esercitazioni anche prove pratiche) dei risultati applicativi che la ricerca, la sperimentazione e il mercato propongono, valutando al contempo anche la fattibilità e la validità tecnica ed economica delle innovazioni proposte finalizzate.
Lo stesso criterio verrà utilizzato nell’impostazione  della futura programmazione regionale al fine di verificare tutte le opportunità offerte dall’utilizzo delle fonti alternative, ivi compresa la cogenerazione e di mettere in atto tutte le strategie basate sulle conoscenze tecniche per garantire competitività alle imprese senza rinunciare a tutte quelle produzioni fortemente richieste nei periodi autunno/invernali che sono sempre state il punto di forza per l’ortofloricoltura ligure.

Giovanni Barbagallo
Assessore all’agricoltura
Regione Liguria