Approvato all’unanimità, in sede di Comitato Portuale, il Bilancio di previsione 2013, con l’allegato bilancio pluriennale 2013-2015, che sintetizza in termini finanziari

le linee strategiche dell’Autorità Portuale della Spezia.

 “All’interno di una difficile congiuntura, il nostro scalo è comunque impegnato nella realizzazione delle opere previste. Solo così il porto spezzino potrà mantenere e consolidare il suo ruolo di primo piano a livello nazionale – ha detto il presidente dell’Autorità portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri (foto) – e proporsi come scalo competitivo a livello europeo. Ciò anche grazie al  positivo concorso e spirito collaborativo di tutti i componenti del Comitato Portuale a cui va il mio ringraziamento”.

Forcieri ha sottolineato in proposito il primo importante  riconoscimento avvenuto con l’inserimento nei “Core Port” delle reti transeuropee TEN-T. Le potenzialità del porto potranno altresì crescere con l’utilizzo dell’area retroportuale ferroviaria di Santo Stefano Magra, e con la realizzazione delle banchine e dei piazzali del Canaletto, a seguito della concessione a LSCT, che comporterà investimenti privati per circa 200 ml di euro, consentendo l’implementazione sia dei traffici, sia dei volumi occupazionali.

“Tale investimento consentirà inoltre all’Ente di liberare risorse per finanziare altre infrastrutture, tra cui quelle necessarie allo spostamento delle Marine. Importante sarà anche continuare  l’attività di promozione del porto, perché sia percepito sempre più come uno scalo di livello europeo, capace di competere con i maggiori porti del nostro continente.

Nel  corso del 2012 è proseguita l’attività di completamento dei  lavori a carattere pluriennale, deliberati e affidati negli esercizi precedenti per circa 10 ml di euro. L’esercizio 2013 vedrà impegnata l’AP nella realizzazione e/o appalto di nuove opere per un importo totale previsto nell’anno  di € 104.264.280. Abbiamo impegnato così tutte le risorse che erano disponibili, grazie anche al ritardo nei lavori accumulato nelle precedenti gestioni.

“Apprezziamo il primo tentativo di attuazione dell’autonomia finanziaria, che prevede che l’1% dell’Iva generata dalla movimentazione delle merci, sino ad  un tetto massimo di 70 milioni di euro ( di fatto solo lo 0,50% dell’iva complessiva generata) insufficiente per una vera e concreta autonomia finanziaria e gestionale, che consenta  una effettiva capacità di pianificazione degli investimenti – continua Forcieri -. Per ora abbiamo sopperito alla mancanza di finanziamenti   contraendo mutui i cui oneri sono pagati utilizzando gli utili della gestione corrente. Ma è evidente che questa capacità di investimento andrà rapidamente ad esaurirsi.

Infatti, a fronte degli importanti  piani di sviluppo previsti, i predetti avanzi non sono sufficienti per assicurare la copertura di tutti gli interventi, che valgono oltre 250 milioni nel prossimo triennio, con conseguente blocco dello sviluppo del nostro porto. “ Ciò che mi preme sottolineare – continua Forcieri – è il fatto che l’autonomia finanziaria dei  porti non va considerata un costo per il bilancio pubblico, ma un investimento in infrastrutture, capace di attrarre nuovi volumi di traffico e, dunque, in grado generare nuove e maggiori entrate per lo Stato, senza contare gli effetti positivi sulla economia locale.