Fondi per la Gronda nella Legge di Bilancio non ce ne devono essere, perché a finanziare l’opera sono i pedaggi autostradali previsti dalla concessione, a prescindere

da chi ne è il titolare. Questo è sempre stato un punto fermo della Gronda: lo Stato non ci mette un euro. Lo sa Toti?

Su Fincantieri, invece, Toti deve dirci perché finora non abbia fatto nulla, salvo annunciare ciclicamente date per l’avvio e la conclusione dei lavori, che vengono sistematicamente smentite dai fatti. Posto che la discussione sulla Legge di Bilancio è ancora tutta da fare un Presidente di Regione minimamente responsabile proverebbe a costruire un rapporto di collaborazione con il Governo, per fare ciò che non è stato fatto dall’Esecutivo precedente (quello dove stavano la Lega e Rixi): sottoscrivere un nuovo accordo di programma e trovare risorse costanti nel tempo per colmare il gap di 500 milioni di euro necessari a quest’intervento. La battaglia è tutta da fare. Noi siamo disposti a farla fino in fondo perché consideriamo questo investimento strategico per Genova, la Liguria e il Paese. Ci piacerebbe che Toti dismettesse i panni del guitto e si mettesse a fare l’uomo delle istituzioni.

Sull’ex Ilva ci aspettiamo che l’attuale Giunta regionale si comporti come aveva fatto la Giunta precedente con Fincantieri: allargare il fronte per unire ed evitare nuove divisioni, sapendo che la prima cosa da fare è chiedere ad ArcelorMittal, con una sola voce da Taranto, a Roma a Genova, di rispettare gli accordi su investimenti, occupazione e piano ambientale. Non vorremmo che i 300 mila euro di bond di ArcelorMittal acquistati dai suoi alleati della Lega impedissero a Toti di esprimere un giudizio sereno su questa vicenda così complessa da cui dipende il futuro industriale del Paese.

 

Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria