“Non è più il tempo di inseguire le emergenze, le nostre imprese rischiano il collasso. C’è chi ha avuto danni a capannoni e sedi, chi le ha salvate non sa come muoversi

o muovere la merce – sottolinea Mattia Rossi, presidente di Legacoop Liguria -. I due porti di Genova e Savona, tra autostrade interrotte e flussi di traffico dirottati quasi esclusivamente sulla A7, rischiano la totale paralisi.
La caduta del Ponte Morandi ha creato una frattura con il resto del Paese. La caduta del viadotto sulla Savona Torino e i provvedimenti sui viadotti della A26 mettono un’intera regione in ginocchio. Grande distribuzione e commercio, trasportatori, settore della logistica, prodotti alimentari e agricoli, florovivaismo, strutture socio sanitarie , questi i principali settori in cui operano le nostre cooperative costrette a piani di emergenza straordinari per garantire i servizi, le attività e la sostenibilità imprenditoriale dovuta all’incremento esponenziale dei costi. Per non parlare delle concentrazioni eccezionali di traffico su tratti stradali e cittadini non concepiti per tali sollecitazioni.E’ necessario un piano nazionale di emergenza che metta a sistema tutte le risorse, interventi e investimenti certi, tempistica monitorata della manutenzione delle vecchie infrastrutture e della costruzione delle nuove. Contribuzione per i maggiori oneri sostenuti dalle imprese colpite. E’ necessario un vero e proprio Piano “emergenza Liguria” che affronti le problematiche e le risolva in una traiettoria di medio e lungo periodo, in cui i fattori determinanti non siano solo quelli strutturali e del lavoro bensì quelli formali e giuridici, di assunzione di responsabilità di organi competenti, concessioni, snellimento delle procedure autorizzative per lo sblocco dei cantieri in corso, dei finanziamenti risarcitori delle calamità precedenti, tutela dei soggetti imprenditoriali che sono costretti ad operare in situazioni di assoluta emergenza”.

 

La presenza sul territorio delle cooperative è il loro punto di forza.

 

” Ora questo territorio rischia letteralmente di implodere, senza la possibilità di essere raggiunto o servito – conclude Mattia Rossi -. Rischia di essere compromesso il lavoro di aziende che hanno ad oggi resistito. Migliaia di cittadini rischiano di non essere più assistiti con standards adeguati (approvvigionamenti, servizi sanitari e assistenziali, linee web ecc ecc.). Che le forze politiche trovino un accordo sulle priorità della regione e chiedano con forza al Governo centrale un’azione tempestiva e straordinaria: noi il nostro lo stiamo facendo, così come tutte le imprese liguri. Disponibili a sederci ad un tavolo di crisi per portare come sempre il nostro contributo”.