Nel panorama inquietante della crisi economica internazionale che perdura, con conseguenze pericolose per l’Europa e per un paese indebitato come il nostro,

c’è anche qualche notizia positiva per la funzione logistica della Liguria, strategica per noi e per l’Italia.
Il governo ha deciso il finanziamento della piattaforma container di Vado Ligure. Sono 300 milioni di risorse pubbliche a cui se ne aggiungono 150 di investimenti privati. Con quest’opera – ora è necessario il via libera del Parlamento – si completa la mappa di una nuova capacità di offerta che riguarda tutti i porti liguri. Genova, Savona e La Spezia stanno attuando le opere previste dai Piani regolatori portuali, e hanno utilizzato intelligentemente gli “spazi di manovra” determinati in questi anni dalla crisi.
Un’altra buona notizia è la decisione di destinare l’1% dell’IVA sui traffici portuali a investimenti nelle aree dove il traffico si sviluppa. Anche qui ora la parola spetta al Parlamento. È una prima attuazione dell’“autonomia dei porti”, obiettivo per cui la Liguria si è battuta a lungo: alcuni interventi erano stati messi in cantiere dal governo Prodi, poi Berlusconi e Tremonti avevano bloccato tutto.
Sono possibili investimenti fino a 70 milioni – che scontati in banca possono attivare interventi dieci volte superiori – e che per una buona metà potrebbero essere destinati al sistema portuale ligure.
Intanto procedono i lavori e i progetti per realizzare quella maglia di reti infrastrutturali che la Liguria aspetta da decenni. È dunque possibile un salto di qualità: l’attenzione ora va concentrata anche su altri obiettivi, che richiedono l’impegno delle istituzioni locali, del governo, degli operatori privati.
Dobbiamo saperci conquistare nuovi traffici, possibili grazie alle capacità notevolmente più alte che il sistema sta realizzando per i prossimi anni.
Va migliorato il funzionamento delle dogane, per aumentare l’efficienza diminuendo i tempi, senza però rinunciare a una forte azione di contrasto dei fenomeni criminali.
Oltre alle reti ferroviarie bisogna pensare anche ai gestori del trasporto su ferro: sono finalmente partiti gli investimenti ma l’esperienza ci insegna che per trasferire le merci dalla gomma alla rotaia questa è solo una delle condizioni necessarie. Ci vogliono scelte  politiche che incentivino e rendano quindi conveniente il trasporto delle merci su ferro, e che incoraggino le imprese che fanno questa scelta.
I segnali sulla ripresa dei traffici portuali a Genova e in Liguria – tornati ai livelli record del 2007, prima della crisi – sono incoraggianti. Tra l’altro i dati ci dicono che risulta un equilibrio tra import e export: l’Europa ha ripreso a produrre e a esportare, e le navi accolgono merci sia all’andata sia al ritorno. Ci sono le condizioni favorevoli per confermare una leadership del Mediterraneo ma soprattutto per una svolta che ci porti a competere, seppur gradualmente, con i grandi scali del Mare del Nord: una ricchezza per il ruolo economico internazionale dell’intero paese.