Pubblichiamo la lettera aperta del Sindaco di Genova, Marco Doria, ai cittadini e lavoratori Amt.

 

Punto primo: AMT, come tutte le aziende di trasporto pubblico locale, dipende in larga misura dai contributi che lo Stato destina ogni anno al sistema del trasporto pubblico locale. Contributi suddivisi tra le regioni e da queste ripartiti tra le aziende del territorio. Ebbene, da tempo tali contributi sono tagliati. Sono stati tagliati dal governo Berlusconi e lo stesso è accaduto col governo Monti. La regione Liguria è riuscita nel 2012 a mantenere peraltro sostanzialmente invariato il contributo erogato per AMT. AMT riceve ogni anno contributi dal comune di Genova. L’impegno del comune è consistente e assai gravoso per le finanze dell’ente. Sul bilancio 2012 del comune pesano oltre ai contributi concessi all’azienda quest’anno anche gli oneri finanziari relativi a mutui accesi in passato per ripianare le perdite di bilancio di AMT.

Punto secondo: i conti dell’azienda sono in rosso; ogni mese si registra un disavanzo forte tra costi e ricavi che sta portando all’azzeramento del capitale sociale di AMT. Conseguenza di ciò è il rischio (la certezza, se non si interviene in qualche modo) della messa in liquidazione della società, con effetti pesanti sulla città tutta e in primo luogo sui lavoratori, che vedrebbero in pericolo il posto di lavoro e il reddito.
Questa prospettiva non viene evocata come uno spauracchio ma è un esito drammaticamente possibile.

Punto terzo: l’amministrazione comunale intende evitare tale prospettiva e propone l’unica strada oggi percorribile. Non è pensabile che, nelle condizioni in cui versa il bilancio del comune, si trovino altre risorse comunali sufficienti a evitare il tracollo. Essendo stato approvato il bilancio a giugno, il comune ha potuto versare ad AMT oltre 5 milioni di euro a luglio scongiurando nell’immediato la prospettiva della liquidazione. Si è trattato di un provvedimento che ha tamponato – ed è stato giusto per questo – ma non ha risolto la situazione. A luglio inoltre il comune è stato colpito (nel suo bilancio appena approvato) da ulteriori tagli decisi dal governo che hanno sottratto a Genova altri 7 milioni di euro. Se è vero che nel 2011 AMT ha potuto ricevere contributi assai alti ed eccezionali dal comune è altrettanto vero che le condizioni della finanza comunale nel 2012 sono peggiorate – e non certo per colpa degli amministratori comunali – e non esistono oggi le condizioni perché il comune possa aumentare le sue erogazioni. Abbiamo assunto l’impegno di recuperare altri 5 milioni di euro, subordinandone l’erogazione a una verifica seria della reale disponibilità di tale somma nelle casse dell’ente, ma non saranno sufficienti a evitare la liquidazione di AMT se non si adottano altre misure.

Punto quarto: un obiettivo condiviso è quello di mantenere un servizio decente di trasporto pubblico. A tal proposito sappiamo bene che il servizio potrebbe essere migliore e provvedimenti specifici dovranno essere adottati per migliorarlo; siamo però convinti che AMT e i suoi dipendenti offrano alla città un servizio essenziale e importante al quale non è possibile rinunciare. Non vogliamo quindi comprimere il servizio, anche se una sua riorganizzazione potrà essere pensata.

Punto quinto: per riequilibrare costi e ricavi, o meglio per ridurre il disavanzo così da evitare la liquidazione dell’azienda, è necessario oggi, senza ritardi, contenere i costi. Tra i costi dell’azienda il più rilevante è il costo del lavoro. Si deve trovare il modo di contenere dunque il costo del lavoro. Senza toccare i posti di lavoro degli occupati, per garantire la possibilità di corrispondere le retribuzioni nei prossimi mesi, e nei prossimi anni. Questo è il tema della trattativa. Una trattativa che dovrebbe essere affrontata senza pregiudiziali e con la piena consapevolezza della gravità della situazione.

Punto sesto: lo scenario futuro del trasporto pubblico locale è incerto. Personalmente mi batto perché il governo, che nel 2013 dovrebbe essere legittimato dal voto popolare, adotti politiche che abbiano nel trasporto pubblico il pilastro essenziale nei sistemi di mobilità. Si discute oggi sulla natura delle aziende che dovranno svolgere il servizio; le regioni sono impegnate a promulgare leggi che definiscano i bacini di traffico in ambito regionale e diano elementi per capire quali possano essere le imprese chiamate a svolgere il servizio. In tale contesto si può pensare a imprese al cui capitale partecipino soci privati, dotati di adeguate competenze industriali e solidi sotto il profilo finanziario, capaci dunque di sostenere investimenti che dovranno essere effettuati. Tali riflessioni sono però, per quanto mi riguarda, assolutamente aperte. L’obiettivo da centrare è quello di garantire un servizio pubblico adeguato. La discussione su come si dovrà garantire il servizio, su quali aziende saranno chiamate a svolgerlo, è tutta da fare e sarà una discussione vera che coinvolgerà tutti gli interessati, una discussione alla quale si andrà senza avere in tasca soluzioni preconfezionate. Bisogna però arrivarci con un’azienda, l’AMT, capace di stare in piedi, di essere protagonista del sistema del trasporto pubblico locale. Questa è oggi la posta in gioco: la sopravvivenza di AMT.

Credo che tale obiettivo debba essere di tutti e che tutti debbano essere consapevoli non solo della gravità del momento ma anche del fatto che non sono oggi percorribili strade percorse in passato.
Se a tale consapevolezza si accompagnano il rispetto delle idee altrui e una volontà di confronto reale senza pregiudiziali di sorta sarà possibile aiutare l’azienda, non compromettere il destino dei lavoratori, fare il bene della città.

Il Sindaco di Genova
Marco Doria