Nel corso di una lunga intervista radiofonica andata in onda domenica sera su Radio 24, l’emittente del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, Paolo Vitelli ha tracciato un bilancio

di quando lui era alla presidenza di Ucina, dal 1998 al 2006 e poi dei suoi successori e del momento attuale del settore diportistico. L’attuale politico di Scelta Civica, si era fatto consigliare da Mario Monti in persona nel scendere in campo per dare un suo personale tributo al paese con un’ottica imprenditoriale, afferma: “Questo è un periodo molto duro nel nostro settore – spiega il presidente della Azimut, uno dei brand più importanti al mondo, che vanta 2000 dipendenti in Italia e 500 in Brasile – Da quando non sono più il presidente di Ucina (la Confindustria della Nautica, ndr) purtroppo sono cambiate parecchie cose e i miei successori non hanno particolari colpe”.
Vitelli vuole sfatare un tabù che pesa come un macigno su chi vuole comprare una barca: “In Italia c’è una autentica caccia alle streghe sui possessori di barche, sono tutti visti come dei potenziali evasori fiscali, ma non è così. Certo, magari ci saranno, ma se si guarda con quest’occhio al settore, allora moriamo. Ma lo stato fa lo stesso con chi possiede una villa lussuosa? Non mi sembra”.
Poi Vitelli spiega ai microfoni di Radio 24 la sua scelta in campo: “Al sabato sera con gli amici criticavamo sempre lo stato che non fa nulla per noi, che ci strozza di tasse e basta. Allora mi sono detto, ma perchè non posso provarci io. Ho accumulato una bella esperienza da imprenditore. Purtroppo, però, una volta entrato nell’agone politico, ho visto un settore che mira solo alla conservazione del proprio posto, dello stipendio e dei privilegi, anzi i politici sono bravissimi nel lavorare per conservare il proprio status quo, si tratta di una vera e propria professione”.