Tra i 38 aeroporti di interesse nazionale, clamoroso ma vero (la sconfitta ha tanti figli ed altrettante ragioni), non vi è il porto genovese del “Cristoforo Colombo”. L’elenco presentato dal ministro

dei Trasporti Graziano Delrio (che ieri ha rilanciato sulle Unioni Civili, come se questo fosse il problema italiano per antonomasia e non il 14% di disoccupati o l’invasione di profughi) era già stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, dall’Agenzia del Demanio, del Consiglio di Stato e dalle Commissioni parlamentari competenti. 
Il decreto divide il territorio nazionale in dieci bacini di traffico omogeneo, all’interno dei quali sceglie 38 aeroporti ritenuti “d’interesse nazionale”. Tra questi, dodici hanno una “particolare rilevanza strategica” e tre di loro sono considerati “gate internazionali” come Milano Malpensa e Roma Fiumicino su tutti, per ovvie ragioni. Il ministero aggiunge che i dodici aeroporti strategici sono stati scelti tra quelli già inseriti nella rete comunitaria Ten-T che mostrano maggiori dati di traffico.