Con la riforma delle vecchie 24 Autorità Portuali italiani, come hanno spiegato più volte il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, il suo vice Riccardo Nencini (del Psi) e il nuovo consulente

– braccio destro del responsabile del Dicastero romano – marittimo, Luigi Merlo, la priorità sarà data all’applicazione delle semplificazioni doganali (con l’istituzione dello Sportello Unico Doganale e dei controlli) tanto che il ministero dei Trasporti sta già preparando un decreto attuativo, frutto di un lavoro congiunto con l’Agenzia delle Dogane.
Rispondendo all’assessore regionale ligure ai porti, Edoardo Rixi, che chiedeva un modello di società per azioni pubblica per le nuove Autorità di Sistema Portuale, Merlo ha chiaramente detto che rimarranno enti pubblici non economici “perché la Spa pubblica non sarebbe molto diversa, mentre se scegliessimo la Spa autonoma (come sono le ferrovie) significherebbe che ogni Autorità Portuale dovrebbe mantenersi autonomamente con le proprie entrate e ciò significherebbe che in Italia sarebbero al massimo quattro realtà che riuscirebbero a sopravvivere”.