L’emergenza coronavirus ha impattato sulla filiera floricola con una tale violenza ed estensione che solo misure eccezionali potranno salvare tale settore, impedendo

che questa drammatica situazione possa coinvolgere e travolgere tutta l’economia ligure.

Le imprese agricole liguri, a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni italiane, devono ancora ricevere i 16 milioni per i danni alluvionali subiti, non possono attendere o indebitarsi nuovamente per ripartire. In questi giorni sono stato in continuo contatto da un lato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con autorevoli membri del Governo e delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e dall’altro con le associazioni di categoria e con moltissime aziende. Il presidente del Consiglio Conte ha confermato ancora ieri che saranno aumentati gli aiuti alle imprese. Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra e impostato un percorso articolato e puntuale per ottenere risposte reali ai problemi delle nostre imprese.

Con il DL “Cura Italia” del 17 marzo scorso è stata offerta una prima importante risposta, che però non può essere considerata sufficiente. Bisogna infatti ampliare, migliorare e rafforzare gli aiuti in sede di conversione del Decreto e soprattutto con i prossimi provvedimenti normativi d’urgenza. Sono importanti le risorse stanziate per azzerare gli interessi dei finanziamenti, ma per la Liguria è assolutamente imprescindibile prevedere subito gli stanziamenti per coprire i danni subiti, i costi di smaltimento delle produzioni invendute e per fornire le risorse necessarie per riavviare la produzione.

Le aziende liguri hanno bisogno di certezze e risorse, di soldi veri, per programmare il proprio futuro. Dobbiamo continuare ad insistere e vigilare. Sono ottimista perché si percepisce la forza di una comunità che va oltre l’appartenenza al settore colpito, la determinazione di imprese e associazioni di categoria e la voglia di lavorare insieme per vincere questa battaglia.