Francesco Setti: “Siamo stati dimenticati”

Anche il settore dei fuochi d’artificio (spettacoli vari e vendita al pubblico) ha accusato un calo sostanzioso in questo drammatico 2020. Abbiamo effettuato il punto della situazione con il “re” dei fuochi d’artificio in Liguria e non solo, Francesco Setti, il quale un tempo vantava un punto vendita nel centro storico genovese, ora il quartier generale è ai Camaldoli, sopra San Martino.

1) Francesco, la Ditta Setti Fireworks ha accusato in che percentuale il lock down prima e la sospensione di molti eventi poi?
“La Setti Fireworks ha accusato colpi tremendi. Dall’inizio dell’anno abbiamo realizzato un solo lavoro in occasione dei 10 anni di Mattia Lorenzo a Paraggi il 10 giugno (figlio di Piersilvio Berlusconi e Silvia Toffanin); sono stati in previsione solo un paio di spettacoli per due Matrimoni a settembre, perché credo sempre per cause covid che anche altre importanti manifestazioni genovesi(Salone Nautico) eliminino lo spettacolo pirotecnico dal loro programma”.

2) Quante sagre hai rinunciato in questa pazza estate contrassegnata dal Covid?
“Nelle stagioni migliori eravamo arrivati ad eseguire anche 60/70 spettacoli e quest’anno arriveremo forse a 3 magari 4… la situazione è terrificante… non abbiamo avuto nessun aiuto: la nostra categoria è stata totalmente dimenticata. I costi non si fermano: abbiamo 5 sedi da mantenere in sicurezza e non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Confidiamo in una forte ripresa delle vendite per il fine anno, per noi il momento clou da sempre. Siamo certo che le persone vogliano ancora passare piacevoli momenti di aggregazione magari in gruppi più piccoli nell’intimità della propria famiglia o degli amici più stretti cercando di buttarsi questo brutto anno alle spalle!”.

3) Come procede il tuo punto vendita fuori Liguria alle porte di Torino?
“Per quanto riguarda le vendite al pubblico dei fuochi d’artificio nei nostri negozi, siamo andati molto a rilento su tutte le città eccetto Genova dove ci sono state diverse vendite per piccole feste private”.

4) Ora che sei da tempo in Alto Adige, cosa ti manca della tua Vernazzola?
“Di Vernazzola mi manca l’odore del salino nell’aria, il rumore delle onde e i mugugni dei pescatori al rientro mentre con la loro manichetta cercano di levare la salsedine dagli scafi dei loro gozzi… certo mi manca Vernazzola, ma soprattutto la Vernazzola di 30 anni fa … quella della mia infanzia, quando era tutto diverso e spensierato, quando la preoccupazione più grande era legata alla presenza o meno dello scirocco che ci impediva di passare qualche bella giornata in barca a pescare le occhiate o magari qualche bel sarago fino a notte fonda…”.

Di Andrea Bazzurro

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