E’ destinata a cambiare radicalmente la geografia dei porti italiani. Addio in tempi rapidi alle 24 Autorità Portuali italiane, ecco otto distretti principali. In estrema sintesi

si poggia su queste basi la riforma da tempo sul tavolo del Ministro Maurizio Lupi, una svolta benedetta dal presidente dell’Authortity spezzina Lorenzo Forcieri, ma osteggiata da quello genovese Luigi Merlo che la bolla come “ipocrita e figlia del peggior compromesso”.
La riforma si articola in tredici commi e una cornice normativa atta ad abbassare l’impasse burocratica delle Autorità Portuali italiane. Gli otto distretti logistici sarebbero i seguenti: Alto Tirreno, nel quale compaiono i porti di Vado Ligure – Savona, Genova e La Spezia, più Livorno, poi ecco il Medio Tirreno, Basso Tirreno, Alto Adriatico, Medio Adriatico, Basso Adriatico – Ionio, Sicilia e Sardegna. Insomma, come si evince da questo elenco, per forza di cose le ataviche rivalità tra i porti genovesi, livornesi e spezzini dovranno essere accantonate se si vorrà ottenere dei buoni risultati in questo campo. Spariscono in un sol colpo le Autorità Portuali in senso stretto, istituite dalle Legge 84/94 e i nuovi enti oltrepasseranno la linea regionale, nel nostro caso tra Liguria e Toscana. Ma la strada è ancora lunga.