Vanno di pari passo, anche se un porto, quello di Genova, guarda al bacino del Tirreno, e l’altro, quello di Ravenna, dà sull’Adriatico. È stato lo stesso presidente dell’Autorità Portuale

di Ravenna, Galliano Di Marco, ad annunciare l’uscita da Assoporti di Pasqualino Monti (proprio come il capoluogo ligure), aggiungendo che presenterà una domanda per riattivare il ricorso al Tarcontro la norma dell’autonomia finanziaria, ritenuta inadeguata nell’attuale formulazione. Infatti, la norma prevede che ogni porto possa trattenere l’uno percento dell’Iva delle merci movimentate, però l’aliquota Iva varia secondo le merci. Quindi, otterrebbero più risorse i porti che muovono poche merci con aliquote elevate rispetto a quelli che muovono elevate quantità di merci con aliquote inferiori.
Il motivo principale dell’uscita da Assoporti potrebbe essere proprio il fatto che l’associazione dei porti abbia ignorato la richiesta di modifica della norma sull’autonomia finanziaria proveniente da Ravenna e che avrebbe potuto essere inserita nel Decreto Sblocca Italia. Ma se Ravenna aderirà ad Assiterminal, Genova, però, non dovrebbe seguire questo percorso.