E’ ormai guerra di comunicati. Da un lato Ucina, o quel che resta di Ucina, dall’altro i dieci dissidenti, capeggiati ad alcuni big nazionali e mondiali dello shipping. “Da tempo ormai non ci sentiamo

più rappresentati da Ucina, pur essendo le nostre aziende realtà di rilievo in termini di valore non solo economico ma per storia, dimensione, importanza e prestigio internazionale della nautica italiana”. Inizia così la lettera con la quale dieci aziende comunicano la decisione di uscire da Ucina. “Non ci sentiamo rappresentati – prosegue la lettera -, non è più possibile trovare un terreno aperto al dibattito, elemento indispensabile per prendere in considerazione un cambiamento di orizzonte e di operatività che, prevalendo su posizioni individuali, dovrebbe mirare all’interesse collettivo”.