Veti incrociati permettendo, ormai da tutti, a Roma, presso il Ministero dell’Economia, è dato come fatto il passaggio da 24 a 15 per quanto riguarda le Authority

nazionali, e non 12 come ipotizzato dalla riforma voluta dal precedente Ministro Maurizio Lupi, molto simile alla versione numero uno di quella di Graziano Delrio. L’attuale testo che circola nei palazzi della poltyica romana riduce il numero delle Autorità Portuali, che dovrebbero cambiare nome, dalle attuali 24 a 15. Ogni organismo sarà gestito da un Consiglio d’amministrazione di quattro o cinque membri e sarà affiancato da un Tavolo di parternariato della risorsa mare, che raccoglierà enti e operatori interessati ma che avrà solamente una funzione consultiva. Il testo dovrebbe contenere anche una semplificazione amministrativa, prevedendo lo sportello unico amministrativo e quello doganale.