La moratoria di 36 mesi chiesta dal Governatore ligure Giovanni Toti, le continue rimostranze da parte della Torretta per bocca dell’attuale presidente Gianluigi Miazza, fanno capire come

sempre che l’Italia resta il paese dei campanili, delle eccezioni e del mancato rispetto delle regole. Infatti, in questi ultimissimi giorni, l’unione di Genova e Savona fa discutere anche Palazzo Tursi. Dopo aver lanciato Ariel Dello Strologo a guida del porto genovese, la giunta di centrosinistra del capoluogo ligure, per bocca dell’assessore Piazza, spiega: <L’unione tra le due realtà può diventare una sfida e una grande occasione per il nostro territorio in ambito europeo per i prossimi tre anni, all’interno della macro area economica costituita dal nord ovest d’Italia e dalla Svizzera. Si tratterebbe di un sistema molto rilevante con centralità della portualità intesa come servizi trasporto di merci, di persone, autovetture, e di servizi industriali, riparazioni navali e dei grandi yacht, insieme al sistema logistico, che può costituire il motore di trasformazione della città>.