Ieri in Commissione IV Ambiente abbiamo udito i rappresentanti della Rete Savonese Fermiamo il Carbone che hanno ripercorso le tappe della vicenda Tirreno Power, drammatica

per le sue conseguenze sulla salute e sull’occupazione.

Hanno posto una serie di punti chiari e precisi:

1) L’abbandono definitivo della combustione del carbone nella centrale termoelettrica di Vado-Quiliano (compresa la rinuncia definitiva al nuovo gruppo VL6) e bonifica certificata dei siti relativi come la vastissima area del deposito carbone

2) Alla luce di alcuni comportamenti emersi dalle indagini, la verifica puntuale delle prescrizioni e del rispetto delle normative anche degli altri impianti di produzione di energia o che generano emissioni

3) L’abbandono definitivo per questo territorio di ogni ipotesi di ulteriore combustione specificamente della combustione di rifiuti o loro derivati

4) Necessità di approfondimento sul grave inquinamento nei sedimenti marini in corrispondenza della foce del torrente Quiliano come evidenziata dal documento ARPAL 2010 (e in riferimento anche al documento dell’Ordine dei Medici di Savona) con concreto avvio di bonifica

5) Approfondimento delle risultanza del biomonitoraggio (2007) disposto dalla stessa Tirreno Power (in ottemperanza ad una precisa prescrizione del Ministero dell’Ambiente) e provvedimenti relativi

6) Necessità di verifica ed analisi del Piano industriale che risulta essere stato presentato da Tirreno Power nella procedura di ristrutturazione del debito.

7) La costituzione come parte civile della Regione all’udienza preliminare dell’eventuale processo penale per la centrale di Vado Quiliano, con richiesta di risarcimento dei danni a tutela della cittadinanza.

8) Necessità di un approfondito studio su tutta la popolazione (specialmente su quella infantile) che vive ed ha vissuto in questo territorio per monitorare lo stato di salute nel tempo.

Successivamente abbiamo audito le organizzazioni sindacali che hanno sottolineato l’impatto occupazionale e l’assenza di prospettive da parte dell’azienda che, nella fase di ristrutturazione del debito, avrebbe dovuto presentare un piano industriale del quale però nessuno riesce ad averne una qualche evidenza.

È chiaro che la sfida ora è avere la certezza di un capitolo chiuso, quello del carbone, che ormai è inaccettabile e improponibile, dall’altra dare prospettive a chi come i lavoratori è anch’esso parte lesa.

Tutto questo nella totale assenza dei rappresentanti consiglieri del centrodestra che hanno di fatto disertato l’audizione, con la sola eccezione del Presidente di Commissione. Un brutto e preoccupante segnale da parte di chi ha l’onere di prendersi carico di questa vicenda, visto che è al Governo.

Il Vento sarà pure cambiato, ma oggi c’era decisamente aria di bonaccia.

Andrea Melis, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria