Riceviamo da Giorgio Pagano, già sindaco di La Spezia e ora presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, un commento relativo al nostro articolo “Spezia brucia”:

 

Caro Pierfranco, Spezia non brucia, hai ragione: ma il Pd spezzino certamente sì, e trascina con sé la  città.
Già è singolare che il Sindaco Massimo Federici e la capogruppo del Pd in Regione Raffaella Paita difendano a spada tratta la riforma portuale del Ministro Del Rio, una riforma ri-centralizzatrice che, coerentemente al pensiero oggi dominante, impone anche nei porti il mito dell’uomo solo al comando e l’organizzazione che elimina la partecipazione e il controllo dei corpi intermedi. La sintesi della critica alla riforma che hai fatto di recente su “Micromega” è del tutto condivisibile: “Disegno che azzera ogni possibilità di interlocuzione/controllo tra la governance dello scalo e la comunità urbana ospitante; già a partire dalla cancellazione dell’attuale ‘comitato portuale’ che interfacciava con il presidente, ormai di elezione direttamente ministeriale. Nella riduzione al silenzio di chi subirà come dirette conseguenze – buone o cattive che siano – le inappellabili decisioni del designato dal governo. Una vera e propria sberla in faccia a quanti – durante questi anni – avevano propugnato l’idea della dimensione civica quale laboratorio rifondativo di una democrazia malata. E tutto ciò a fronte di un’idea d’efficientamento che si riduce e concretizza nella trasmissione del bastone del comando a un master and commander con poteri di vita e di morte, come sui vascelli della marina di Sua Maestà britannica al tempo delle guerre napoleoniche”. Le città e le comunità portuali conteranno nulla o quasi, eppure i Sindaci e i consiglieri regionali del Pd esultano, come fanno del resto davanti a una riforma della Costituzione che affossa Comuni e Regioni proprio mentre dà vita a un fantomatico, e inutile, “Senato espressione dei territori”.
Ma Federici e Paita vanno oltre: utilizzano la riforma per poter licenziare anzitempo dall’Autorità Portuale spezzina  il suo Presidente, Lorenzo Forcieri, diventato tale anni fa, va ricordato, per scelta del medesimo Sindaco e del Presidente della Regione Claudio Burlando, anch’egli del Pd. Il conflitto  tra Autorità Portuale e Comune è diventato a poco a poco, negli anni, violento. Con un risultato: la paralisi del porto. Nessuna parte del Piano Regolatore del Porto approvato dal Comune e dall’Autorità Portuale nel 2002 e dalla Regione nel 2006 è stata ancora attuata! L’unica novità è stata quella dello sviluppo delle crociere. Ma come è avvenuta? Forcieri decise di non aspettare i tempi della stazione crocieristica prevista dal PRP nel nuovo waterfront di Calata Paita, area portuale da destinare a funzioni urbane. Le navi da crociera cominciarono ad arrivare al molo Garibaldi, che secondo il PRP doveva essere ampliato per ospitare le attività portuali oggi in Calata Paita. Insomma, fece una scelta: prima il mercato, poi le infrastrutture. All’insegna della  spregiudicatezza. Prendo il termine da un’intervista di Giorgio Bucchioni, ex Presidente di Confindustria, che definì la scelta di Forcieri “un’accelerazione impressa con qualche spregiudicatezza allo sviluppo del traffico crocieristico” (Il Secolo XIX, 12 gennaio 2016). Il Comune, dopo aver subito per anni le iniziative di Forcieri, ultimamente ha reagito: ma sbagliando, perché ha proposto soluzioni diverse rispetto al PRP. Il rischio, quindi, è tornare al punto di partenza: non attuare, come si doveva e si dovrebbe finalmente fare, il PRP ma rimettere mano al PRP, con tempi molto lunghi, e in un quadro di conflitto forte tra città e porto. O meglio tra Comune e porto, perché dopo questa lunga telenovela ho dubbi che il Comune abbia “dietro” la città…
Naturalmente, in questo contesto, è naturale che Forcieri, politico per tutte le stagioni, pensi anche a una sua candidatura a Sindaco di Spezia, nel 2017. Scrivo “anche” perché certamente non disdegnerebbe una riconferma al porto. La mossa di Federici-Paita non prevede, però, nessun accordo: togliamo subito Forcieri dal porto, postazione da cui può mietere consensi -questa la loro tesi- attuiamo la riforma Del Rio, che prevede l’accorpamento dei porti di Spezia e Carrara e la nomina di un nuovo Presidente, e mettiamoci di traverso a Toti, che chiede di soprassedere all’accorpamento, consentendo così una proroga al Presidente attuale.
Tutto questo senza che gli avversari di Forcieri abbiano candidati credibili, sia alla carica di Presidente del’AP che a quella di Sindaco. Qualche nome circola, ma sono tutti debolissimi. E senza che nessuno parli del futuro del porto e di quello della città: uomini e donne senza più popolo alle spalle competono per il potere senza alcuna visione della Spezia che verrà. E dopo ‘a nuttata? L’avvenire è denso di incognite: il Pd ha esaurito un ciclo, la destra non rappresenta un’alternativa, il M5S non sembra ancora “corazzato” per la prova del governo: ci sta provando tra molti contrasti interni. Una situazione da cui potrebbe scaturire una fase nuova, che ancora non vediamo. Della quale i cittadini e le forze vive della società civile, finora troppo silenti, dovrebbero diventare, finalmente, attori e non spettatori.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, già Sindaco della Spezia