“Progetto Giovani” al via con l’Ok della Regione Liguria alla richiesta di un incontro urgente per valutare le proposte degli Ingegneri sull’occupazione, contro la fuga dei

cervelli, e una traccia progettuale per il Blueprint di Renzo Piano con un’idea di possibile finanziamento attraverso la costituzione di un Partenariato Pubblico Privato.

Sono i due argomenti pubblicati nell’ultimo numero di “A&B”, il mensile della Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria.

Il primo parte da un’iniziativa del Network nazionale Giovani Ingegneri – affiancati dal CNI, il Consiglio Nazionale dell’Ordine – che ha in corso un serrato confronto col Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda proprio sui temi del lavoro, con una piattaforma di proposte alcune delle quali sono già state accettate. Come quelle di incentivare da parte delle Regioni, l’apertura dei bandi europei anche

ai liberi professionisti, come da direttiva Ue già recepita dal nostro ordinamento ma poco seguita e di affidare a ingegneri le relazioni tecniche delle aziende che nell’ambito del “Piano Industria 4.0” previsto dalla Legge di Stabilità chiedono iper e super ammortamenti per investimenti tecnologici fino a 500 mila euro.

Alla Regione è stato chiesto un incontro (con una lettera del presidente della Federazione al Presidente Giovanni Toti e agli assessori e alle politiche del lavoro Giovanni Berrino e alle politiche giovanili e alla formazione Ilaria Cavo) per definire un percorso comune, da condividere con le altre istituzioni, per cercare in modo di sviluppare le proposte a livello territoriale. Fra queste, l’apertura dei bandi europei ai liberi professionisti; l’aumento dei concorsi di idee e di progettazione rivolti ai giovani; lo sviluppo del coworking per favorire l’incontro di professionalità negli stessi locali per ridurre le spese e avviare nuovi business in comune; l’aumento degli investimenti nella ricerca; l’introduzione di incentivi per le aziende per farle rimanere sul territorio assumendo giovani e non investendo all’estero dove la delocalizzazione procura risparmi ma impoverisce il tessuto produttivo locale; il rafforzamento delle infrastrutture e una maggiore attenzione alla logistica permettendo maggiore mobilità nella stessa regione.

Dagli assessori Berrino e Cavo (la quale ha anticipato la possibilità di operare secondo le nuove linee guida sulla formazione regionale) hanno dato la disponibilità a valutare al più presto sia le proposte sia un percorso comune. Secondo dati Istat appena diffusi dall’Ufficio Statistica e Studi Unioncamere, in Liguria, nella fascia 25-34 anni, la disoccupazione è passata dal 6,8% nel 2004 al 16,0% nel 2015: per i maschi il tasso è salito dal 5,2% al 15,3%, per le donne dall’8,7% al 16,8%.

Per quanto riguarda il Blueprint di Piano, “A&B” pubblica una serie di proposte riguardo la riorganizzazione delle zone di sviluppo genovesi. A partire dalla sistemazione dell’area Fiera con la demolizione dell’edificio ex NIRA e dei Padiglioni  dismessi, fino alla necessità dell’accelerazione del riordino delle aree portuali e limitrofe. Dell’idea progettuale regalata dall’architetto alla città – su cui si è appena svolto un concorso per l’assegnazione della progettazione gestito dal Comune e concluso senza vincitori – vengono individuati punti critici e “buchi” che portano alla conclusione che bisogna “ingegnerizzarla” per poterla sviluppare, partendo da un’indagine di mercato sui fabbisogni. Da qui un percorso in cinque punti per offrire al dibattito una traccia progettuale che arriva fino all’ipotesi di pensare a una qualche forma di Partenariato Pubblico Privato (PPP) per il finanziamento della sua realizzazione.