Puntuale come ogni anno, a cavallo della metà di gennaio, arrivano i dati relativi all’anno che si è appena chiuso sul fronte dell’artigianato della nostra

regione, colpita dalla crisi e dalla temibile concorrenza, sleale, dei cinesi, che hanno in Prato (in Toscana, non il quartiere genovese della val Bisagno) una vera e propria roccaforte nazionale. Il 2017 si chiude con un bilancio negativo per l’artigianato ligure: -0,8% sul totale delle imprese artigiane attive in Liguria, che corrisponde a 370 realtà in meno sulle 43.805 realtà totali, frutto di 2.814 iscrizioni e 3.184 cessazioni di attività.
Osservando la situazione nelle singole province, quattro, della nostra regione, emerge che il calo più brusco si registra a Savona (8.953 realtà attive), dove chiudono complessivamente 670 microimprese a fronte di 521 aperture: il bilancio a fine anno è negativo dell’1,6%. Alla Spezia il calo complessivo è dell’1,2%: 5.242 realtà totali, 405 iscrizioni e 468 chiusure d’attività. A Genova, 22.578 microimprese all’attivo, hanno chiuso le saracinesche 1.542 imprese, le alzano in 1.396, per un calo complessivo dello 0,6%. Quasi invariata invece la situazione a Imperia, dove l’artigianato segna a fine anno un -0,2%: 492 iscrizioni, 504 chiusure, un totale di 7.032 micro e piccole imprese all’attivo.