Ci sono ancora da sciogliere alcuni nodi irrisolti a seguito del crollo del ponte Morandi dello scorso 14 agosto. In sintesi, si tratta di portare da 7 a 10 milioni il fondo per i risarcimenti

cittadini della zona arancione; estendere fino al 20 aprile 2019 il periodo per il quale imprese, artigiani e professionisti che lavorano nella zona franca possono chiedere un risarcimento per il calo del fatturato (aumentando anche di 5 milioni lo stanziamento previsto dall’articolo 4 del Decreto Genova); considerare le spese aggiuntive di trasporto che aziende e professionisti con sede operativa nella zona franca hanno dovuto affrontare a causa del crollo del Morandi (con 3 milioni di euro in più); istituire una sezione specifica nel fondo centrale di garanzia della Cassa Depositi e Prestiti, per accelerare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese colpite dal crollo.

 

In particolare sono due gli emendamenti che possono fare la differenza: l’aumento delle risorse per i risarcimenti dei residenti della zona arancione, che per i prossimi due anni dovranno convivere con gli interventi di demolizione e ricostruzione del viadotto Polcevera, incrementando di 3 milioni il fondo previsto dal Governo (da 7 a 10 milioni) e l’utilizzo del fondo centrale di garanzia di Cassa Depositi e Prestiti finanziato dal Governo (5 milioni), dalla stessa CDP (5 milioni) e dalle banche (altri 5 milioni). In questo caso si potrebbe anche chiedere ai confidi delle imprese di stanziare una quota di 5 milioni, arrivando a un totale di 20 milioni di euro. In questo modo in città verrebbe immessa una forte liquidità, che darebbe respiro alle imprese.