Il cosiddetto “risiko” delle aree per l’autoparco genovese è una clamorosa presa in giro per i corniglianesi. È incredibile che a fronte di uno spazio, da tempo indicato

dagli strumenti di programmazione a destinazione autoparco e oggi occupato senza alcun titolo da un operatore privato, si decida di collocare “temporaneamente” gli stalli degli autotrasportatori sfrattatati da Campi – da un’area che, peraltro, è di proprietà dello stesso operatore di cui sopra – negli spazi a sud di Villa Bombrini; spazi da sempre destinati, dall’accordo di programma e dal Puc, a funzioni attrattive per la città, tra cui un parco urbano, a parziale risarcimento degli abitanti di Cornigliano.

Un scelta fatta senza una variante al Puc, senza gara, in un’area esondabile e che quando partiranno i lavori per la viabilità in sponda destra avrà un accesso irrimediabilmente compromesso.

Nella sua ricostruzione fatta ai cittadini di Cornigliano il sindaco Bucci dice due cose sbagliate. Innanzitutto il motivo dello spostamento degli autotrasportatori a sud di Villa Bombrini non è l’utilizzo dell’area di Campi – in cui oggi ci sono un centinaio di stalli – per la saldatura dei pezzi del nuovo ponte autostradale: a smentirlo sono i tempi. Come ripete lo stesso Bucci, infatti, il nuovo viadotto sarà pronto entro giugno, mentre gli autotrasportatori verranno spostati a sud di Bombrini per almeno due anni. E per attrezzare quell’area ci vorranno parecchi mesi, giusto quelli necessari a finire il ponte. Il motivo è che a Campi arriva Amazon, a cui l’operatore privato già citato ha venduto il terreno. È evidente poi che la sistemazione dei camion nell’area a mare di Villa Bombrini non sarà temporanea, ma, come accade spesso in Italia, si rivelerà pressoché definitiva. Non vi è infatti alcun atto dell’amministrazione che faccia presagire che, entro 24 mesi, l’area della centrale dell’ex Ilva possa essere ceduta al Comune, anche perché quest’operazione è subordinata a una modifica dell’accordo di programma (che nessuno ha ancora richiesto). Inoltre parliamo di un’area che per diventare un parcheggio per i mezzi pesanti dovrebbe essere prima bonificata: un altro intervento che richiede una modifica all’accordo di programma (anche in questo caso non ancora definita) e per il quale, comunque, servirebbero ben più di due anni. E quindi, a sud di Bombrini, i camion resteranno per sempre e i corniglianesi dovranno dire addio al loro parco urbano.

La soluzione naturale per l’autoparco restano le aree ex Ilva attualmente occupate senza titolo. Un’amministrazione seria si attiverebbe per sistemare lì l’autoparco, spendendo i 70 milioni di euro inseriti a questo scopo nel bilancio dell’Autorità Portuale, invece di destinare ai mezzi pesanti una fetta di territorio che dovrebbe diventare parco urbano e accogliere servizi per la cittadinanza.

 

I consiglieri regionali del Pd ligure Giovanni Lunardon e Pippo Rossetti.