Un periodo prospero (Genova a parte per le annose questioni che tutti sanno, legate al drammatico 14 agosto scorso, una sorta di 11 settembre per noi liguri) per i porti e il traffico dei

contanier italiani. Non vi è dubbio. Negli ultimi due anni i numeri degli scali italiani, da Nord a Sud, sono in netta crescita.
L’Italia vanta, infatti, una potenzialità enorme nell’ambito dell’economia del mare, ma ne è quasi inconsapevole: sono, infatti, 480.000 gli addetti diretti e indiretti (senza considerare il turismo) e i traffici producono un valore pari a più del 2% del Pil mentre la nostra flotta mercantile con 16 milioni di tonnellate è un “big” fra quelle dei Paesi del G20 e per quello che riguarda la cantieristica siamo leader nella costruzione di navi da crociera.
Ci sono importanti ritardi da colmare con urgenza tenendo conto che i traffici da Oriente verso il Mediterraneo sono cresciuti esponenzialmente attraverso il canale di Suez, il quale ha superato il canale di Panama per traffico. Situazione che fa crescere l’interesse della Cina per i nostri porti italiani (vedi tutti i migliaia di contanier parcheggiati a Cornigliano, sulle collina degli Erzelli e nel retro porto prima di Serravalle Scrivia ed a Bolzaneto sul Polcevera.