Il presidente della Liguria Claudio Burlando interviene in prima persona sul caso Ilva. Al Governatore, infatti, è sempre stata a cuore la sorte dei lavoratori del complesso

di Genova Cornigliano che ad ora si trovano in difficoltà. “I numeri dell’accordo di programma siglati nell’aprile 2005 sono scesi parecchio e quindi già questo basterebbe a rivedere l’accordo – spiega a denti stretti l’ex Ministro dei Trasporti –  Ma se trovassero conferma le voci di nuovi esuberi, allora sarebbe ancor più urgente intervenire”. 
Tutte le parti su un aspetto concordano. Sul futuro dell’acciaio genovese e non solo tocca al governo di Enrico Letta, attaccato su più fronti in queste ultime settimane (non ultimo il neosegretario del Pd, Matteo Renzi,  pronunciarsi. Ma è giusto rivendicare che quelle aree vengano riutilizzate perché il numero degli occupati è già sceso dal 2005 ad oggi, da 2.200 a 1.750 circa. I soggetti con cui riflettere, aggiunge Burlando, ci sono. Da quelli che si erano sentiti dire no dai Riva, Ansaldo Energia e Malacalza, ad altri, come la Demont. Ma ci sono anche gli operatori del porto, sempre a caccia di spazi e altre industrie, italiane e straniere.