In un momento di grandissima difficoltà per Genova e per i genovesi, specialmente a Ponente, Ericsson è l’unica azienda degli Erzelli che non permette ai dipendenti di svolgere la propria

attività tramite telelavoro o smartworking, né garantisce un servizio navetta straordinario per raggiungere la collina.

Insomma, una chiusura su tutta la linea che stona con il clima che si respira in città, e anche agli Erzelli, dove aziende e lavoratori stanno trovando soluzioni logistiche efficaci per far fronte all’emergenza. Pronto un Ordine del giorno in Consiglio regionale con cui le forze politiche chiedono al Governatore ligure Giovanni Toti che, come Presidente di Regione, faccia moral suasion su Ericsson affinché accolga le legittime richieste dei lavoratori in difficoltà, scandite peraltro dalle impegnative che lo stesso Toti (insieme a Bucci) condivide in qualità di commissario all’emergenza.

In un momento in cui la città è in ginocchio, ognuno deve fare la propria parte per ridurre le conseguenze collaterali di questa ferita ancora aperta. A farne le spese sono soprattutto i dipendenti di Levante e Valpolcevera, costretti quotidianamente a fare i salti mortali per raggiungere il posto di lavoro, contribuendo inevitabilmente ad ingolfare ulteriormente un traffico già a livelli di emergenza. Se tutti facessero come Ericsson, Genova sarebbe condannata alla paralisi totale.

Purtroppo ancora una volta Ericsson conferma di avere ben poco a cuore il territorio e chi qui vive, a cominciare dai propri dipendenti, da cui in questi anni ha ottenuto molto più di quanto ha restituito.