Si va verso una guerra aperta tra i sindacati, compatti come non mai, e gli indiani della Arcelor Mittal, che hanno rilevato l’Ilva di Taranto (con stabilimenti anche a Genova Cornigliano)

. Dal primo luglio, con la cassa integrazione prevista, nel ponente genovese è aria di sciopero in arrivo, tanto per cambiare verrebbe da dire.
Dopo la decisione di ridurre la produzione in Europa, che riguardava anche lo stabilimento di Taranto con un rallentamento da 6 a 5 milioni di tonnellate — ArcelorMittal Italia deve quindi far ulteriormente fronte alla crisi: «È una decisione difficile — spiega in una nota l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl — ma le condizioni del mercato sono davvero critiche in tutta Europa. Ci tengo a ribadire che sono misure temporanee». Tutti gli indicatori — fanno sapere dall’azienda — evidenziano un forte rallentamento del mercato e non solo nel settore automotive, attualmente in calo del 10%.
Il provvedimento, a partire dai primi di luglio, interesserà lo stabilimento pugliese per un numero massimo al giorno di 1.400 dipendenti per 13 settimane, il 17% della forza lavoro. Si è tornati, quindi, ai circa 4 mila esuberi della situazione pre accordo con ArcelorMittal, ai tempi in cui l’acciaieria era guidata dai commissari straordinari.