LA SPEZIA. Sugli oltre 800 dipendenti della cooperativa Ma.Ris., solo 120 in cassa integrazione. Si parte da questo importante e positivo dato, in netta controtendenza

rispetto a quanto avvenuto in altre ditte, private, statali o para statali, per capire l’efficienza della ditta ligure, con sede legale a La Spezia ed operativa a Genova. La Ma.Ris. non arretra di un solo centimetro, presente in prima fila per il bene dei cittadini liguri (ma la ditta della nostra regione è presente anche in altre realtà).
Fino ad ora, come sottolinea il presidente Fabrizio Augello, la Ma.Ris. se da un lato ha sospeso, come da prassi, impossibilitata dalle leggi vigenti, nelle scuole (chiuse) e nelle aree verde (sbarrate), è andata avanti moltiplicando le energie  sulla sanificazione (mai così importante come in questi giorni), in ambienti ospedalieri e nelle pulizie.
Chi lavora per la cooperativa sociale è stato fin da subito messe nelle condizioni di lavorare con tutti i crismi del caso (con mascherina e guanti), mentre i lavoratori che, per le loro patologie pregresse, potevano rischiare qualcosa, sono stati lasciati a casa in via del tutto precauzionale. Come sottolinea il presidente Augello, “abbiamo attivato un’Assicurazione per i nostri soci, nella speranza di non utilizzarla mai, in caso di contagio da Covid ed abbiamo previsto un bonus aggiuntivo a quello statale per chi va a lavorare. Il settore delle camere mortuarie e i cimiteri, purtroppo, hanno lavorato con un incremento di oltre il 50% a marzo, ma il nostro personale è sempre stato presente. La Protezione Civile ci è stata affianco sin dall’inizio fornendoci mascherine chirurgiche e domani anche FfP2 (che noi siamo riusciti anche a trovare e comprare sul mercato), oltre a rigidi protocolli ci ha permesso che sino ad adesso non abbiamo avuto, per fortuna, nessun caso neanche nelle comunità. Sono rimasti a casa, invece, gli addetti che si occupavano di scuole, pullmini, mentre il resto dei lavoratori sono in prima linea. Ringrazio tutti i nostri ragazzi, che non si sono mai tirati indietro”.

Di Andrea Bazzurro