Sarà che il “nero” è sempre più presente, ma gli ultimissimi dati sciorinati dall’Istat, i più affidabili, sulla disoccupazione (12,5%) devono mettere in allarme il mondo della politica

e del lavoro. Lo sottolineano tutti gli economisti e gli osservatori: i segnali di ripresa economica scritti nei dati sul Pil e sul clima di fiducia delle imprese hanno bisogno di più tempo  per trasferirsi sul mercato del lavoro. Ma quest’ultimo è ciò che si sente sulla pelle dei cittadini e i dati provvisori rilasciati dall’Istat bruciano assai. Il tasso di disoccupazione a settembre segna un nuovo record salendo al 12,5%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su agosto e di 1,6 punti su base annua. E’ il valore più alto dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Stesso discorso vale per i giovani: il tasso di disoccupazione giovanile (popolazione tra i 15 e i 24 anni) a settembre registra un altro record, salendo al 40,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali su agosto e di 4,4 su base annua.