Privatizzazione dell’aeroporto genovese “Cristoforo Colombo” congelata senza l’Authority dei trasporti. Il piano globale di potenziamento dello scalo del capoluogo ligure

vale circa 45 milioni di euro, tondi tondi e ormai risale al 2008. Il suo iter, però, è bloccato da una impastatura burocratica che limita la capacità del “Colombo”. Non a caso, il nuovo contratto di programma è bloccato e deve essere approvato da un ente che ad oggi non esiste, l’Autorità dei Trasporti, realtà creata dal governo tecnico presieduto da Mario Monti e mai diventata operativa. L’ente avrebbe, il condizionale è d’obbligo, il compito di occuparsi delle liberalizzazioni del settore trasporti, ma i veti incrociati tra i diversi rappresentati dei partiti, in primis Pd e Pdl, lo hanno di fatto paralizzato.

I vertici dello scalo genovese, così, hanno preso carta e penna per scrivere al Ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, del Pdl (area Comunione e Liberazione, cattolico della prima ora), per sbloccare questo impasse che rischia di minare l’aeroporto genovese, dato in crescita negli ultimi tre anni, grazie agli accordi con compagnie low cost, a dispetto della crisi planetaria.

Paolo Sirigu, il direttore generale del “Colombo”, si affretta a puntualizzare: “Lupi deve trovare una valida soluzione al più presto per sbloccare questa situazione di impasse. Le soluzioni, a nostro avviso, restano due: restituire la delega all’Enac (la società che gestisce il trasporto aereo italiano, ndr) oppure un investimento che prevede un graduale aumento del tariffario”.