I rimorchiatori sono finiti nel mirino dell’Europa, o meglio della Commissione Europea grazie alla proposta lanciata dal Commissario Europeo dei Trasporti, Siim Kallas,

un politico estone in carica dal 2010, pupillo del portoghese Barroso. La notizia, che era nell’aria da alcuni giorni, è trapelata solo ieri sera, al termine di una riunione che apre di fatto alla liberalizzazione dei servizi tecnico – nautico nel vecchio continente. Un’apertura che ha messo subito in allarme i sindacati, che reputano a rischio i posti di lavoro dei rimorchiatori genovesi se dovesse passare questa legge. Anche gli armatori liguri si accodano al coro di sorprese e diniego verso questa ventata possibile di liberalizzazioni, davanti alla proposta di regolamento europeo sui porti.

La liberalizzazione dei servizi portuali ha il grave difetto, regolamento alla mano, che entrerebbe subito in vigore dal momento della sua attuazione ed è proprio questo dettaglio a far tremare i polsi ai sindacati italiani. In mezzo, però, c’è ancora la discussione in questi giorni in atto sui banchi del parlamento europeo di Strasburgo, che potrebbe far cambiare idea, o almeno correggere il tiro, al commissario estone.

La prima reazione è arrivata puntuale dall’Assorimorchiatori, secondo i quali nel testo proposto non si parla affatto di sicurezza sui posti di lavoro, aspetto di vitale importanza. Anche la reazione di Luigi Merlo, presidente dell’Autorità Portuale di Genova e di Assoporti, non si è fatta attendere troppo: “Esporremo la nostra posizione a breve, ma è certo che per l’Italia il regolamento sarà il punto di riferimento per la nuova legge di riforma portuale”.