Ultimamente si erano perse le tracce del faraonico progetto che da più un decennio riguarda il porto di Genova: il tunnel sotto il mare, che possa rappresentare una seria alternativa

all’arteria della Sopralevata, con il conseguente probabile abbattimento di quello che è considerato uno dei mostri architettonici italiani. Sarà stato per il progetto dello spostamento della diga foranea o ancora del Terzo Valico o della Gronda, ma del tunnel nessuno parlava più. Fino a ieri, quando è intervento il presidente dell’Autorità Portuale genovese, Luigi Merlo (foto): “Abbiamo altri progetti rispetto a quello dell’Anas del 2004 che parte dal nodo di San Benigno, sfiora la Lanterna, passa da calata Gadda per poi terminare alla Foce, il percorso studiato è da cambiare”.

Lo “schizzo” risale a nove anni fa, quando si pensarono a due gallerie sott’acqua di 730 metri l’una, con un costo facilmente immaginabile. Il progetto, per la cronaca, era stato fortissimamente sponsorizzato dal sindaco di allora, Giuseppe Pericu, che voleva lasciare il secondo mandato a primo cittadino con una chicca spettacolare dopo aver tribolato in occasione del G8 del 2001.

Per Merlo il piano è da cambiare quando tocca calata Gadda, perché “l’intero scalo genovese non può restare fermo per dieci anni, si deve ammodernare, stare al passo con i tempi. Ci tengo a sottolineare che non ho nessun pregiudizio nei confronti di quest’opera. Ricordo che sono disponibile a tutto, ma quando Regione e Comune mi hanno chiesto di procedere verso il tunnel ho posto le seguenti obiezioni. Ho un forte dubbio dal punto di vista dello sbocco dell’infrastruttura, non più attuale con i progetti del porto di oggi”.

Il tunnel sottomarino, però, ha un grande estimatore, il governatore Claudio Burlando, che di recente aveva spinto per uno studio di settore sulla materia.